Parrocchia di San Siro

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 La chiesa dell'Immacolata: note artistiche


I preziosi marmi 

Nella nicchia dell'altare maggiore è collocata una imponente statua in marmo della Vergine Immacolata. Nell'impostazione generale e nel modellato della scultura, alta 235 cm. , vengono richiamate alcune costanti nella produzione genovese della prima metà del 1600.
Dieci sono le tele, due nel presbiterio ed otto nella navata, che illustrano episodi della vita della Vergine Maria, con una cronologia che inizia da quella a sinistra del presbiterio (Natività di Maria). Tutti i quadri hanno cornici marmoree della fine del 1600 quelle del presbiterio, del 1700 quella della navata.

Tali cornici sono state eseguite da botteghe marmorarie genovesi e sanremesi facenti capo a Gaetano Solaro (1720), Gio Andrea Mazzetti e Andrea Manni (1722), a uno dei Sivori di Genova (Francesco o Giuseppe o il loro padre Francesco) (1758), ed a Pietro Giacomo Manni, Pietro Mazzetti e Francesco Secca (1772).
Tali opere marmoree presentano una notevole coerenza strutturale e decorativa fatte di marmi scolpiti ed intarsiati, frutto di un progetto realizzato con sistematicità nel tempo.
L'altare maggiore è formato da marmi diversi, scolpiti ed intarsiati dal quale si alzano due coppie di colonne con capitelli compositi. La tipologia del complesso trova numerosi riferimenti genovesi della prima metà del XVII secolo, coeva quindi alla statua dell'immacolata.
Il tabernacolo, sul cui timpano è scolpita un'Ultima Cena, è invece del 1743 (5 dicembre).


I dipinti
Dieci sono gli episodi della vita della Vergine Maria rappresentati nelle tele. Esse sono esposte in ordine cronologico con inizio dal presbiterio, parte sinistra, proseguono per la medesima navata e continuano su quella destra, partendo dal fondo, sino al presbiterio. Nell'ordine:

NATIVITA' DI MARIA: di Tereso Maria LANGUASCO (Sanremo 1654 - Genova 1698), cm. 240x 135 incorniciato in un quadro di marmo ed è databile ante 1690, quando l'autore entra negli Agostiniani Scalzi.

PRESENTAZIONE DI MARIA AL TEMPIO: di ignoto pittore ligure, cm. 280x200, databile 1720/23 stando alla datazione del corrispondente quadro di marmo.

SPOSALIZIO DELLA VERGINE: attribuito a Jacopo Antonio BONI (Bologna 1688- Genova 1766), cm. 280x200, la datazione 1722/23 è ricavata da quella del relativo quadro di marmo e si avvicina all'anno degli affreschi eseguiti dal Boni al Santuario della Madonna della Costa (1727).

ANNUNCIAZIONE: di ignoto pittore locale, cm. 280x300, databile 1758 come da iscrizione indicante i committenti: Domenico e Sebastiano Calcagno.

VISITAZIONE: di Girolamo BOSIO (nato a Sanremo, notizie del 1772), cm.280x200 è copia del 1772 di originale di Federico Barocci (1535-
16 12) esposto in Roma nella Chiesa Nuova.

NATIVITA' DI GESU':  di Girolamo BOSIO (v. sopra), cm. 280x200, del 1772 che si accorda con la data della commissione degli ultimi quadri di marmo - verso l'uscita.

PRESENTAZIONE DI GESU' AL TEMPIO: bottega di Jacopo Antonio BONI, secondo decennio del '700, cm. 280x3 00. in primo piano a sinistra stemma gentilizio della Famiglia Grossi di Sanremo, donatrice.

PENTECOSTE: di ignoto pittore locale, cm. 280x200, databile 1722/23, in rapporto alla cronologia dei quadri di marmo, iscrizione sulla zoccolatura al centro e sul cartiglio in basso a destra: dono del Canonico Ferrandini, il giovane.

MORTE DELLA VERGINE: bottega di Jacopo Antonio BONI, probabilmente dello stesso autore dell'opera al n. 7, e databile quindi nel secondo decennio del '700, cm. 280x200.

MADONNA E IL BAMBINO CON I SANTI GIOVANNI BATTISTA, GIUSEPPE, STEFANO E GREGORIO MAGNO, attribuito a Bernardo CASTELLO (Genova 1557 -ivi 1629). incastonato in un quadro di marmo seicentesco che con ogni probabilità era in origine una pala d'altare.


Gli affreschi 
La volta del presbiterio è decorata dall'affresco "PADRE ETERNO IN GLORIA CON ANGELI E PROFETI" (lunghezza metri 8,50, larghezza metri 7,50), vivacizzato da una tavolozza luminosa e squillante.

Realizzato nel 1695 da Giovanni Battista MERANO (Genova 1632 - Piacenza 1698), l'impegnativa opera cade negli anni tardi dell'attività dell'artista, nel tempo cioé delle altre sue opere sanremesi nel Palazzo Borea d'Olmo e nella Chiesa di Santo Stefano.

Al centro della navata, in un ovale con cornice a stucco, l'affresco "IMMACOLATA CON ANGELI E UN DONATORE" (lunghezza metri 3,70, larghezza metri 2,00) del 1630, opera di ignoto artista locale.

Circonfusa di un alone di luce paradisiaca, la Vergine, a mani giunte, poggia i piedi sulla mezzaluna, mentre gli angeli ostentano simboli mariani.

In basso a destra il busto del donatore, Paolo Battista Palmaro, in abiti seicenteschi, dall' atteggiamento devoto.

 

 

 


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