Parrocchia di San Siro

Insigne Basilica Collegiata Prepositurale e Concattedrale: titoli, appellativi e privilegi




DIGNITA', TITOLI  E  APPELLATIVI 
DELLA CHIESA DI SAN SIRO


già PIEVE BATTESIMALE
già CHIESA MADRE
CHIESA PREPOSITURALE
INSIGNE  BASILICA  COLLEGIATA  di San Siro
CONCATTEDRALE  della Diocesi di Ventimiglia-San Remo
DUOMO di San Remo
 
 


    La chiesa di San Siro ha da sempre ricoperto un ruolo preminente nel ponente Ligure, sia per prestigio, sia l'attività pastorale e amministrativa del clero. 

    Sin dai primi tempi dell'era protocristiana, ebbe il privilegio infatti di essere Pieve battesimale, cioè sede di un sacerdote "corepiscopo," (ausiliario dei Vescovi di Genova) inviato ed autorizzato ad amministrare nella pieve matuziana  il sacramento del Battesimo.
    Si noti che nei primi secoli del Cristianesimo, i Sacramenti erano amministrati unicamente dal Vescovo, in quanto unico ad aver ricevuto la pienezza dell'Ordine Sacerdotale.

    Fu proprio il corepiscopo Beato Ormisda, e poi dei Santi Siro e Romolo, che iniziò una funzione di evangelizazzione delle nostre terre sotto la giurisdizione della sua Pieve.

    Nel corso del VI - VII secolo, e col diffondersi del Cristianesimo e l'aumentare dei fedeli, la Pieve divenne la "chiesa madre" (o chiesa "matrice") delle chiese minori e delle cappelle (prive di fonte battesimale) che andarono a diffondersi nel territorio matuziano, e delle successive parrocchie. Il sacerdote della Pieve di San Siro aveva la giurisdizione e la cura di altre chiese, e di altri sacerdoti, che doveva coordinare, istruire, vigilare e sui quali godeva diritti di precedenza in processioni e altre funzioni sacre.

    Conferme e attestazioni di questa importanza sono i molti riconoscimenti ufficiali e i molti privilegi che le vennero tributati nel corso dei secoli. 

    La località intorno all'antica Villa Matutia (villaggio di epoca romana, che sorgeva sulla via Iulia Augusta, proseguimento della via consolare Aurelia), e il successivo Castrum Sancti Romuli rappresentava un feudo personale del Vescovo di Genova, fino al 1297.

    Nel 1143, l'arcivescovo di Genova, il Cardinal Siro de' Porcello (1133 - 1163; il 20 marzo del 1133 la cattedra di vescovile di Genova venne elavata a dignità arcivescovile da S. S. Innocenzo II), istituì nella Pieve di San Siro un Capitolo (o Collegio) di Canonici Decimali, che seguivano la regola Agostinianiana (quattro sacerdoti con un Preposto, il "Prevosto") elevandola alla dignità di "Prepostitura Collegiata", confermandone quindi l'antica autorità e l'importanza di chiesa madre sulle altre chiese e le altre cappelle della zona.
  
 In quell'occasione inoltre egli consacrò la nuova chiesa, eretta dove sorgeva l'antica Pieve battesimale, e la dedicò a Dio col titolo di "San Siro, Vescovo" di Genova. 
    Ad essa il Cardinal Arcivescovo assegnò il
 giuspatronato sulle terre della Colla, di Poggio, Verezzo e di Andagna, che venne soppresso quando la chiesa prepositurale passò sotto la giurisdizione della Diocesi di Albenga.
    Da questi fatti si evince che la Colleggiata di San Siro è molto antica e il suo riconscimento giuridico è attestato da atti pubblici sin dal 1297.

        Col titolo di Collegiata i Vescovi o il Papa hanno da sempre inteso riconoscere e confermare ufficialmente e solennemente l'importanzaa di alcune chiese, istituendo presso le stesse un Collegio o Capitolo di Canonici.
    Il maggior numero di Sacerdoti incardinati presso la medesima chiesa aveva ed ha un duplice scopo: il primo, quello di organizzare e suddividere meglio le molte responsabilità del governo della parrocchia, della cura animarum,  e dell'amministrazione dei beni della chiesa; e il secondo, quello di rendere più solenne il
culto a Dio, con la partecipazione dei Canonici alle S. Messe solenni, ai Vespri, alle Lodi, alle processioni, e ad altre funzioni.

  Tra il 1313 e il 1350, furono delineati i confini delle Diocesi di Ventimiglia e di Albenga e, a seguito di accordi ecclesiastici, il territorrio di San Remo fu assegnato alla Diocesi di Albenga, (attribuzione che venne mantenuta fina al 1831, quando passò alla Diocesi di Ventimiglia.)

    A seguito di un cospiquo lascito della famiglia sanremasca Palmari, era stabilito che il Vescovo di Albenga dovesse risiedere 6 mesi l'anno a San Siro. Fu per questo motivo che da allora, gli venne attribuito il titolo di "Concattedrale", che gli verrà confermato da S. S. Paolo VI, con l'obbligo dell'indicazione del nome di San Remo staccato (e non Sanremo, tutto attaccato).

    Per volere dei Vescovi di Albenga, e come riconoscimento di importanza e operosità, San Siro è stata sede anche del Vicario Foraneo della Diocesi di Albenga e San Remo fu scelta come "Capo Quartiere" dell'estremo ponente ligure. Tale qualifica fu mantenuta anche col passaggio sotto la giurisdizione del Vescovo di Ventimiglia.
    
    Il 1431 il Capitolo di San Siro spogliava a proprio vantaggio l'Eremo di San Romolo di ogni dignità con legati ad essa annessa, e fondava presso la propria Colleggiata la Cappellania di "San Romolo".

     Nel 1530, (o 1584 come riportano alcuni archivi) un Delegato Apostolico della Santa Sede (cioè un Cardinale inviato dal Papa e suo rappresentante) in veste di Visitatore Apostolico nella Riviera di Ponente fregiò la chiesa Prepositurale Collegiata di San Siro del titolo di "Insigne Collegiata", per volontà del Papa, Sua Santità  Paolo III (Alessandro Farnese, che pernottò a San Remo in casa Manara il 13 maggio 1538 durante il suo viaggio per Nizza).

       Successivamente il Sacerdote Gio Battista Sasso vi costituì una Cappellania per "12 Messe"  (le cui rendite erano destinate all'officiatura di una S. Messa al mese).

   Il  9 agosto 1643 nella Insigne Collegiata di San Siro, il Capitolo della chiesa approvò l'erezione di una cappella alla Beata Vergine Maria, col titolo di Nostra Signora                           S. S. Paolo III
del Ss.mo Rosario, che venne consacrata e benedetta dal Canonico Prevosto
Giovanni Sasso 

    Durante tutto il XVII secolo il numero dei Canonici fu elevato ad 8, e i quattro nuovi membri del Capitolo furono chiamati "Titolari".

   Nel 1731, il Vescovo di Albenga, Mons. Rivarola, riconobbe che l'Insigne Collegiata Prepositurale di San Siro era la prima Collegiata della Diocesi, seconda solo alla Cattedrale, "per la sua antichità e il suo splendore, per il numero del Clero e dei suoi fedeli" e concesse  ai Canonici quale privilegio l'uso della mozzetta viola (abito proprio dei soli Vescovi e di chi ne ha diritto).

    Alla fine del XVIII secolo, la Colleggiata contava un numero elevato di "Cappellanie" (cioè lasciti o rendite destinati al culto divino presso piccole cappelle presenti in chiese importanti, a cui era preposto un sacerdote che traeva sussistenza  per sè e per gli uffizi divini dalle rendite. Il numero elevato di cappellanie in una sola chiesa traduce l'importanza e il prestigio della chiesa stessa.).

    Nell'anno 1766 S. S. Papa Clemente XIII volle allegare la Collegiata di San Siro all'Arcibasilica Patriarcale Maggiore di Santa Maria Maggiore e la fece partecipe delle indulgenze, degli indulti e dei privilegi apostolici della stessa Arcibasilica                                  
                           

   Il 17 maggio 1803, con un Breve Pontificio, il Sommo Ponteficie Pio VII (che soggiornò a San Remo il 11 e 12 febbraio 1814 presso il palazzo del Marchese Borea d'Olmo, di ritorno dalla sua prigionia a Fontainebleu verso Savona, e che cantò il Te Deum presso la Collegiata di San Siro) eresse le 13 Cappellanie presenti nella chiesa di S. Siro in altrettanti Canonicati "per lode di antichità, per ricchezza di patrimonio, per abbondanza di sue suppellettili per probità dei sacerdoti, per la dottrina e lo zelo provato - in tempi difficili - e per la frequenza di popolo". 
    Il Reverendo Capitolo di San Siro contò da allora 21 Canonici: 4 Decimali, 4 Titolari, e 13 Cappellani.
    Il Papa, inoltre, concesse ai Canonici il privilegio della cappa magna (abito prelatizio, con strascico), del rocchetto, della mozzetta con cappuccio e della sottana paonazza (tutti abiti riservati ai prelati). 
          S. S. Pio VII                                 
                                                                     Alcova nel Palazzo Borea D'Olmo, un cui pernottò S. Si Pio VII   



    
   Nelle sedute a Torino, capitale del Regno d'Italia, a Palazzo Madama, il 6 e 7 Dicembre 1906, la Commissione della Sovrintendenza ai Monumenti elencò la chiesa di San Siro in San Remo (che fu Capoluogo di Provincia nel 1821 per un triennio) fra le "opere munumentali ragguardavoli soggette alla vigilanza del Regno". 

    A sottolineare la grande e onorevole considerazione di cui godevano i Monss. Canonici della Insigne Collegiata di San Siro, è il diritto che venne riconosciuto al Canonico Prevosto di San Siro e ad altri Canonici Maggiori, di essere di diritto Canonici della Cattedrale di Ventimiglia.

    Durante la II Guerra Mondiale, il Canonico Prevosto Mons. Boccadoro (detenuto in attesa di deportazione in Polonia e degente in ospedale), fattosi accompagnare nella Cappella del nosocomio emise il sacro voto di "far solennemente incoronare da un Principe della Chiesa la statua della Madonna del Rosario, patrona della città (scelta il 2 Settembre 1731, per Delibera del Parlamento cittadino), se la chiesa rimanessa incolume, egli e i suoi salvi ed il suo popolo non dovesse più a lungo soffrire" (Registri della Fabbriceria, 13.12.1944).  
    Terminata la Guerra, e ottenuta la grazie, il Capitolo di San Siro e la cittadinanza presentò istanza al vescovo diocesano Mons. Rousset che, per tramite del Sostituto alla Segreteria di Stato, Mons. Giovanni Battista Montini, la fece pervenire al Rev.mo Capitolo dell'Arcibasilica Patriarcale Maggiore di San Pietro (a cui sola spetta, per volere del Papa, di emanare i decreti in ordine all'incoronazione di simulacri e statue). 
    Ottenuto il placet dal Capitolo, Sua Santità il Papa Pio XII acconsentì di incoronare la suddetta statua e quella del Bambino Gesù, con due magnifiche corone auree (offerte dai Sanremaschi), prerogativa che spetta solo al Sommo Pontefice. 

    A scioglimento del voto fatto alla Celeste Patrona, quindi, iIl 7 ottobre 1946, Festa della Madonna del S.Rosario, la statua venne incoronata per mani del Cardinale di Santa Romana Chiesa, Sua Emminenza Mons. Federico Tedeschini, Arciprete della Arcibasilica Vaticana, Datario di S. Sanità e nominato, per l'occasione, Cardinal Legato di Pio XII.
    I caratteri di una lapide sulla parte interna della facciata della Basilica (sulla sinistra del portone della navata centrale) ricordano ai parrocchiani, e a tutti i cittadini,  il commosso evento per il voto che le mamme, le spose, e la cittadinanza tutta aveva stretto alla SS. Vergine Maria Regina del S. Rosario perchè risparmiasse la città di San Remo dai bombardamenti, dai lutti e dalle distruzioni.
 



OB CIVITATIS INCOLUMITATEM
EX VOTO 
B. VIRGINAE MARIAE SS. ROSARII
SACRAM EFFIGEM
FRED.cus TEDESCHINI CARDINALIS S.R.E.
AUREA CORONA
REDIMIVIT
A.D. MCMLXVI PR(idie) NON(as) OCTOBR(es)





 

 

Grazie all'incolumità della città
 per
voto fatto,
   della B. Vergine Maria del Ss. Rosario
la sacra effige
 il card. di S.Romana Chiesa, F. Tedeschini
  incornò.
     Anno del Signore 6 ottobre 1946.

 

  



(
testo della lapide commemorativa)

   lapide commemorativa della solenne incoronazione dell'effige della B.V.M. Regina del Ss.mo Rosario - parete della facciata
    Basilica di S. Siro, S.Remo



 Quasi per accrescere lo splendore e la solenne commozione dell'incoronazione dell'anno precedente, S. S. Pio XII decise di concedere alla Insigne Collegiata di San Siro la titolo di "Basilica Romana Minore",  con ogni conseguente privilegio inerente alle 7 Basiliche Romane Maggiori.
    E' molto significativo che il Breve, con cui il Papa decorò la nostra chiesa col titolo di Basilica, che la avvicina per importanza e onore alle quattro  (ora cinque) Arcibasiliche Patriarcali Maggiori di Roma, porta la data del 7 ottobre 1947, solennità della B.V.M., Regina del Santo Rosario. 
    In esso si legge la motivazione per il titolo alla "chiesa Prepositurale e Insigne Collegiata di S. Siro, per attaccamento alla Sede di Pietro, per le opere di carità: ut usset longe prima".
    Segno distintivo per una chiesa Basilica è l' "ombrellino basilicale", che originalmente era un emblema del Sommo Pontefice e quindi delle "sue" quattro Arcibasiliche Patriarcali Maggiori,  che viene quindi concesso per onore a chiese di particolare importanza.
Con esso la Basilica Minore può fregiare il proprio stemma, gli atti ufficiali e la facciata della chiesa. Esso viene viene esposto all'interno della chiesa e portato anche in processione. 

Un altro privilegio peculiare delle Basiliche Minori era quello del campanello d'argento che veniva suonato durante le processioni.



   A seguito del titolo d'onore di Basilica Minore, venne concesso ai Monss. Canonici il privilegio della cappa magna paonazza  con cappuccio ed ermellino, foderato in seta rossa.











 



lapide commerativa la decorazione del Titolo di Basilica Minore
dell'Insigne Collegiata di S. Siro - Parete interna della facciata






HANC PERVETUSTAM AEDEM
DIVO SIRO IAUNIENSI EPISCOPO DICATAM
OPERE ET CULTO SPLENDIOREM RESTITUITAM
CURA PRAECIPUA
IAC. LOMBARDI f.m. ET. AL. BOCCADORO PRAEP.um
AUSPICE AUGUSTINO ROUSSET ALBINTIMILIEN. EP.o
PIO PAPA XII
TITULO PRIVILEGIIS BASILICAE MINORIS DECORAVIT
A.D. MCMXLVII NON(is) OCT(obribus)


 QUESTO ANTICHISSIMO EDIFICIO
DEDICATO A S. SIRO VESCOVO DI GENOVA
RESTITUITO PIU' SPLENDIDO ALL'ATTIVITA' ED AL CULTO (divino)
PER LA STRAORDINARIA CURA
DEI PREVOSTI  GIACOMO LOMBARDI E LUIGI BOCCADORO,
AUSPICE AGOSTINO ROUSSET, VESCOVO DI VENTIMIGLIA,
IL  PAPA, PIO XII,
DEL TITOLO E DEI PRIVILEGI DI "BASILICA MINORE"
DECORO'

ANNO DEL SIGNORE 7 OTTOBRE 1947

     Testo della lapide commemorativa 
 la decorazione col titolo di BASILICA MINORE



  

    Crescente il rilievo e l'attività pastorale e liturgica della Basilica di San Siro, su istanza del Vescovo Mons. Angelo R. Verardo, o. f.p., il 3 luglio 1975 "la Sacra Congregazione per i Vescovi, in virtù della facoltà attribuitagli dal Sommo Pontefice Paolo, per Divina Provvidenza Papa VI , decreta l'unione al vetusto titolo di "Diocesi di Ventimiglia" del nome di S. Romolo, cosichè, d'ora in poi, DIocesi e Vescovi possono e debbono essere chiamati "di Ventimiglia e di San Remo". Parimenti eleva il tempio dedicato in S. Remo a S. Siro alla dignità e ai fastigi di chiesa Concattedrale concedendo che nella stessa Basilica si eriga la Cattedra Episcopale e che il Vescovo posso celebrarvi solenni pontificali"

    Attualmente fa parte della giurisdizione della Prepositura di San Siro:

- il Battistero di San Giovanni Battista;
- l'Oratorio dell'Immacolata Concezione, f.d.chiesa.

    e sono comprese nel territorio della Parrocchia di San Siro: 

- la chiesa dell'Immacolata Concezione e di San Bernardino, o.f.m.
- la chiesa di Santo Stefano S.I.
- la chiesa della Visitazione, V.S.M.

    Molte celebrazioni, pur non comprese nell'ambito della cura pastorale della parrocchia, sono officiate nella Basilica di San Siro, quali ad esempio le S. Messe per il Corpus Domini, le Ordinazioni Diaconali o Sacerdotali, le S. Messe per i malati, il conferimento della S. Cresima agli adulti della città (e a volte anche della Diocesi); e altre Funzioni di rilievo cittadino o diocesano (anniversari, suffragi o intenzioni particolari, quali per la Croce Rossa, i malati o i vari pellegrinaggi).

     Come si è visto, nel corso dei secoli la chiesa di San Siro ha sempre rivestito una notevole importanza, non solo in ambito parrocchiale ma addirittura cittadino e diocesano. Non è difficile comprendere come questa chiesa sia stata qualificata  e popolarmente riconosciuta e denominata "Duomo" di San Remo, quale "Prepositura" e "chiesa madre" della città.

fonti bibliografiche:
-archivio parrocchiale e della Fabbriceria di San Siro
- Rossi G.
Storia della città di S. Remo
-
Mazzoni A., San Siro, storia della chiesa.
- Grassi G. B., Monte della pietà


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