Parrocchia di San Siro

San Giovanni Lantrua, o.f.m. da Molini di Triora, martire

SAN GIOVANNI LANTRUA, o.f.m. sacerdote e martire
Molini di Triora (Im), 15.03.1760 - Changxa (Cina), 7.02.1816

 

Agiografia

Nome al secolo: Francesco Maria Lantrua

Nasce a: Molini di Triora (Im) il 15 marzo 1760 da genitori benestanti Antonio Maria e Maria Pasqua Ferraironi

Studi: dopo i primi studi a Triora, frequenta le scuole dei PP. Barnabiti di Porto Maurizio (Imperia), ove sente nascere la vocazione alla vita religiosa.

Postulante: ottenuto con fatica il consenso dei genitori, nel 1777, a 17 anni, entra nel convento romano dei Francescani, accolto da Frate Luigi da Porto Maurizio, provinciale dell’Ordine.  

Vestizione: qualche anno dopo egli riceve il saio, e cambia il suo nome in quello di Fra Giovanni.

Ordinazione: nel 1784 a 24 anni viene ordinato sacerdote, dopo aver studiato con profitto Filosofia e Teologia.

Insegnamento: Riconosciute dai sui superiori la sua cultura e la sua abilità oratoria, viene inviato in diversi conventi dell’ordine come insegnante dei novizi, e, più tardi, come padre guardiano.

Opera missionaria: Nel 1799, a 39 anni, mosso da ardore evangelizzatore, parte per Lisbona, ove si imbarca per la Cina (che raggiungerà circa otto mesi dopo), e da cui non farà più ritorno.
Tra le mille difficoltà che l’Impero cinese opponeva al Cristianesimo fra Giovanni opera nella regione centrale dello Hu-nan per il recupero e l’incoraggiamento dei pochi e timorosi cattolici cinesi.
Il suo sforzo di evangelizzazione ottiene buoni risultati: egli sa ambientare la fede cattolica alla realtà locale e riesce a conquistare la fiducia delle persone anche grazie allo studio accurato della lingua. Egli riesci così a rianimare le comunità cattoliche in crisi e a crearne nuove.

Cattura e martirio. A corte, però il suo impegno e la sua attività non sono ben visti, per diversi motivi, e la sua missione è considerata pretestuosamente sovversiva. Tant’è che egli è catturato e incarcerato il 26 luglio 1815 con altri cristiani cinesi. Questi si salvano perché cinesi, e son ridotti a schiavi e deportati, per aver rifiutato di abiurare il cattolicesimo e per non aver calpestando la croce. Per lui, straniero, l’accusa è gravissima: "Entrato di nascosto, ha percorso varie province, ha raccolto discepoli", reati per cui è condannato a morte per volontà dell’Imperatore. Prima dell’esecuzione egli chiede di poter farsi un’ultima volta il segno di croce coi cinque inchini tradizionali dei cristiani cinesi. Dopo di che si consegna al martirio per rendere la sua estrema testimonianza di fedeltà a Cristo (μάρτυς, màrturos  imartire in greco, significa appunto testimone). Viene issato su una croce e viene strangolato con una corda.

Traslazione del corpo - Dopo un mese, il corpo di fra Giovanni viene recuperato di nascosto da alcuni confratelli aiutati e da alcuni cinesi, e portato poi a Macao, e di lì infine a Roma, nella basilica di Santa Maria in Aracoeli ove riposa tuttora.

Canonizzazione: Giovanni Paolo II lo ha solennemente canonizzato il 1° ottobre del 2000. E' uno dei 119 compagni martiri in Cina (1648-1930) di San Agostino Zhao Rong (+ 1815), presbitero (link all’omelia, clicca qui) Link alla scheda (clicca qui).

Memoria Liturgica: la Chiesa universale celebra la memoria di San Giovanni Lantrua il 7 febbraio (comune di un martire). A Molini di Triora, la festa patronale del santo è la prima domenica di settembre, durante la quale, al termine della S. Messe solenne, viene portata in processione la statua del santo, e il parroco impartisce la benedizione con la reliquia del santo.
Colore liturgico: rosso.

Iconografia: rappresentato con la corta barba dei francescani, una corda stretta al collo (strumento del martirio), la palma del martirio in mano, e una croce in mano (distintivo dei missionari).

Venerazione: il suo corpo è conservato e venerato dai fedeli nella basilica di Santa Maria in Aracoeli, in Roma.

 

Nella città natale, Molini di Triora, la casa del santo è divenuta una chiesa a lui dedicata, e a lui sono stati intitolati strade e giardini e una statua è stata eretta di recente a perenne memoria.

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fonte:

www.santiebeati.it

foto: R. Pecchinino


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