Parrocchia di San Siro


 TITOLO DELLA CHIESA


D.O.M.
SUB INVOCATIONE
DIVI SYRI
EPISCOPI ET CONFESSORIS
DICATA

     Questa solenne formula, solitamente scolpita sulla facciata dell’edificio sacro, ricorda che ogni chiesa è edificata prima di tutto per la maggior gloria di Dio, che a Lui è consacrata per mezzo del Santo (chiamato Titolare) a cui è dedicata e al quale si chiedono intercessione e protezione. 

     Il TITOLO  di una chiesa (di un oratorio, di una cappella, di una abazia, ecc.) è
- la Persona divina (ad esempio Gesù Redentore, Divino Amore);
- il Mistero Divino (Natività, Annunciazione, Santissimo Sacramento; Immacolata Concezione);
- il Santo

del quale la chiesa porta il nome. 

    Il
SANTO TITOLARE  di una chiesa, quindi, è il Santo in onore del quale la chiesa è dedicata, e che si vuole onorare in modo particolare.

Il Codex Iuris Canonici prescrive che:

    "Unaquaeque ecclesia suun habeat titulum qui, peracta ecclesiae dedicatione, mutari nequit" Can. 1218.
    
     (Ciascuna chiesa abbia il suo titolo, che non può essere cambiato, una volta avvenuta la dedicazione)

    L'attuale canone ricalca esattamente quello dell'abrogato Codexi Iuris Canonici  (can. +1168)
 
   Il Titolo della chiesa, quindi, è intimamente legato al fatto della costruzione della chiesa.     Esso, infatti, deve essere scelto al momento della collocazione della “prima pietra” dell’edificio, poiché il nome del santo a cui esso sarà dedicato dovrà essere pronunziato durante le orazioni della cerimonia di costruzione, di consacrazione e di benedizione della chiesa.  (“In nome di Dio Onnipotente, della Beatissima Vergine Maria e del Santo N…..)

    Liturgia del Santo Titolare
   Le leggi liturgiche prescrivono che annualmente, il giorno del Santo Titolare, il clero della chiesa celebri con solennità la S. Messa, e l’Ufficio del Santo Titolare.
La celebrazione del Santo Titolare è infatti una festa col grado di solennità, con vespri, con liturgia curata, e cede la precedenza solo alle Solennità di N.S.G.C. e della B.V.M. 
    Alle singole chiese, l'Ordinario del Luogo può concedere la Messa Propria, se non ne hanno una di diritto.
    Il nome del Santo Titolare si può aggiungere durante il Prefatio durante la supplica di intercessione dei Santi. 

    Raffigurazioni del Santo Titolare
    
La Sacra Congregazione dei Riti ha raccomandato come conveniente che i fedeli conoscano il Titolare dalla chiesa che frequantano, e che abbiano per lui una particolare venerazione. 
    Per questa ragione che, pur senza una prescrizione formale, è possibile e raccomandato porre un'immagine del Santo Titolare (ma questa soltanto!) in un posto d'onore al fondo della chiesa, come sfondo all'altare maggiore, se non è già presente in qualche altra parte della chiesa (altare laterale, affresco della cupola, gloria sul soffitto, ecc.)
    Nella Basilica Collegiata di S. Siro una solenne e magnifica pala da altare (restaurata di recente) è posta nel coro, sopra gli scranni del Capitolo.

 

DEDICAZIONE DELLA COLLEGIATA COL TITOLO DI
SAN SIRO, VESCOVO

    L'attuale Basilica Collegiata è dedicata a San Siro Vescovo di Genova, di cui porta il Titolo.

 


SANCTO  SYRO
TITULARI  ECCLESIAE  LOCI
QUOQUE
PATRONO  ET  DEFENSORE
FORTISSIMO



Antica pieve battesimale dove visse ed operò il diacono Siro

   Essa sorgeva  vicino al sito ove, ai tempi di Siro, sorgeva una antichissima Pieve. 
    Questa chiesa, che  aveva il privilegio di possedere un fonte battesimale (solo poche chiese, oltre alla Cattedrale, potevano avere il fonte battesimale), era retta da un sacerdote Corepisco (ausiliario del Vescovo che amministrava in sua vece i sacramenti: anticamente poteva farlo solo il Vescovo, unico tra il clero ad avere ricevuto la pienezza dell'ordine sacerdotale)

   In quella stessa antica Pieve battesimale operò e esercitò il suo ministero il diacono Siro, inviato dal Vescovo di Genova Felice, per aiutare e collaborare col Corepiscopo del Vescovo di Genova di allora: il Beato Ormisda.
    
    Dopo la morte di Ormisda, Siro consacrò un piccolo altare all'interno della Pieve e decise di collocarvi il corpo del corepiscopo, che godeva di fama di santità, per la sua opera di evangelizzazione, di carità cristiana, di vita di santità e di amore per Cristo (accanto a Ormisda, qualche anno dopo, fu posto anche Romolo, che diverrà patrono della città).

    Richiamato a Genova dal Vescovo Felice, che lo volle suo ausiliario per la Diocesi genovese.  Alla morte di Felice, fu acclamato Vescovo e ne fu il successore. 

    Il  Martirologio Romano ricorda che il Vescovo Siro morì il 29 giugno (probabilmente del 381) in età avanzata e in fama di indiscussa santità e ne fa commemorazione in quel giorno (ed è in questa data che si legge il nome sui calendari).
    Il corpo del Vescovo Siro fu sepolto a Genova accanto ai suoi predecessori nella Basilica dei Docidi Apostoli, che in seguito prese il suo nome (S. Siro nel centro storico). 

Canonizzazione del Vescovo Siro.
    Molti secoli dopo, in occasione della canonizzazione di alcuni Vescovi di Genova (tra cui Siro e Romolo), il Vescovo Landolfo (1019-1034) dispose la solenne traslazione dei loro corpi (sepolti nella Basilica dei Dodici Apostoli)  nella Cattedrale di San Lorenzo, il 7 luglio 1030, circa.  Da allora, per antonomasia, la sede episcopale della Diocesi Genovese si chiama "cattedra di Siro".
    
La pieve battesimale col Titolo di San Siro, Vescovo
    In occasione di quella pia traslazione e come era tradizione in quei secoli, gli abitanti di Villa Matutia,  che non avevano scordato il loro diacono Siro, domandarono e ottennero dal Vescovo, intitolare la Pieve battesimale proprio a San Siro, che ne divenne quindi il santo Titolare. 
    Poco più avanti, inoltre, acclamarono Romolo quale divino Patrono della Città, che ne prese anche il nome: Civitas Sancti Romuli, Città di S. Remo.

    Il culto per il Santo Siro si diffuse ben presto in tutta la Liguria (Genova, Nervi, Struppa, S. Remo) e la Chiesa di Genova da allora ne celebra la solennità il 7 luglio
Dedicazione della nuova Collegiata a S. Siro col titolo di San Siro, Vescovo.
    Succesimante, nel XII secolo, accresciuta la popolazione ed aumentate le esigenze di spazio e della cura animarum della chiesa, la Pieve di S. Siro iniziò a risultare troppo piccola. 
    Sul medesimo sito dell'antica e veneranda Pieve (sotto il Battistero di S. Giovanni, circa) venne allora eretta una chiesa più grande: la nostra Basilica Collegiata Concattedrale.
    Essa venne consacrata a Dio dall'Arcivescovo di Genova, il Cardinal Siro de' Porcello alla fine di ottobre (27) del 1143, e dedicata al Vescovo di Genova, col titolo di “S. Siro, Vescovo”. 

Solennità per il Santo Titolare. 
    Ogni anno, il 7 luglio, esposte le sacre reliquie, si celebra la Solenne Messa Pontificale (spesso è lo stesso Vescovo Diocesano a officiare) con l'assistenza, ovviamente del Rev.do Capitolo della Collegiata, durante la quale viene portato in offerta un cesto di fichi fioroni (mescìe) a rappresentare l'antica decima pagata dal popolo sanremasco al Capitolo della Collegiata (
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    In occasione della celebrazione, da qualche anno, è usanza conferire un riconoscimento di benemerenza ad un parrocchiano che nel corso di molti anni si sia distinto o per notevole carità, o per attiva partecipazione o per diligente collaborazione alla missione pastorale della Parrocchia.

    Al termine del sacro rito, il Canonico Prevosto, accompagnato dai solenni rintocci del Campanone e delle campane a festa, si porta processionalmente nella piazza antistante la Basilica (piazza san Siro) per benedire il tradizionale fughètto de San Scì (fuocherello di San Siro).
 
Curiosità    
      -
A San Siro, Santo Titolare della chiesa e nostro Patrono e Protettore, è dedicata una delle 10 campane del concerto armonico del campanile della Basilica Collegiata (
clicca qui)

     - Per le dignità e i privilegi della Collegiata di San Siro, si veda qui. (clicca qui)  

   - Per la vita di S. Siro, si veda la scheda dedicata alla sua biografia (clicca qui


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